Un nuovo mondo - A casa per le vacanze 4^ puntata
Rubrica: Francesco Sansone
Grafica: Giovanni Trapani
- Ci sta lasciando anche lui. Andrea, Massimo ci sta per
salutare. Io gli ho detto di aspettarti e che se non lo facesse non
glielo perdoneresti. Fai presto, ti prego. Non so quanto ancora potrà
resistere.
- Sono all'aeroporto. Il mio volo parte tra mezz'ora.
Dovrei essere a casa dei tuoi fra un’ora e quindici minuti circa. Dimmi che non
sarà troppo tardi. –
- Purtroppo questo non lo sa nessuno. –
- Va bene. Farò l’impossibile per arrivare in tempo. –
- Fai attenzione. –
- Non preoccuparti. –
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4^ Puntata
Adesso che Massimo è a casa dei miei, sono più tranquillo.
Lui dorme ancora. Il medico ci ha detto che potrebbe svegliarsi per un’ultima
volta pieno di energia prima di spegnersi di colpo. Gli altri sono tutti qua,
anche Andrea è arrivato da poco. L’atmosfera non è per nulla gioiosa seppur il
Natale è dietro la porta. I medici ci avevano detto che avremo avuto modo di
passare assieme ancora un altro 25 Dicembre, ma il destino non vuole saperne di
accontentarci. Ma fanculo al destino. Fanculo alla merda. Ѐ Natale e dovremmo
essere qui a festeggiare, a ridere e a bere fino a diventare dei ciucci. Invece
siamo qua con gli occhi gonfi e il suono del monitor multiparametrico per le
funzioni vitali e dei suoi fastidiosi bip.
-
Ragazzi, il medico ci ha detto che a breve
Massimo potrebbe svegliarsi con un’ultima botta di energia. Che ne dite se gli
regaliamo e ci regaliamo l’ultimo Natale assieme? – Dico alzandomi dalla
poltrona in cui mi ero seduto subito dopo aver accompagnato i paramedici alla
porta.
-
Amore, che vuoi dire? – Chiede Andrea seppur la
sua domanda era quella che anche tutti gli altri avrebbero voluto pormi.
-
Quello che hai sentito. Forza, mettiamoci al
lavoro. Ragazzi, addobbiamo l’albero. Mamma, Carla, signora Gemma, voi iniziate
a pensare al cenone, finito con l’albero
verremo a darvi una mano. Papà, signor Mario e Simone voi andate a comprare un
po’ di alcool. Questa sera è Natale e dobbiamo festeggiare. Forza, non
guardatemi come se fossi un pazzo. C’è una festa da organizzare. –
-
Sì, Fabrizio ha ragione! –
-
Bravo, Ale. Tu sì che sai come si ragiona. –
-
Avanti, a lavoro! –
In meno di un secondo, tutti ci diamo da fare. C’è un gran fermento,
le musiche natalizie riempiono la casa annientando il fastidioso rumore del
macchinario.
-
Bene, l’albero è fatto. – Dico soddisfatto.
-
Sì, abbiamo fatto davvero un buon lavoro. –
Continua Daniel.
-
Chi sarà? – Chiedo sentendo il suono del
campanello.
-
Forse Simone con gli altri. – Risponde Manu.
-
Mi sembra ancora presto. –
-
Vai a controllare invece di startene qua a
domandare a noi. – Dice Ale.
-
Hai ragione. – E così mi dirigo alla porta. –
Chi è? –
-
Babbo Natale. – Risponde una voce dall’altra
parte. Apro. – Sbaglio od oggi è Natale? –
-
Biagio, sei arrivato! –
-
Non potevo perdermi questa festa. Daniel mi ha
chiamato e mi ha raccontato quanto stava succedendo e così ho lasciato tutto e
sono partito. Per strada ho ricevuto la telefonata di Simone che mi diceva
della tua idea e così mi sono fermato a comprare un po’ di cose. Che Natale è
senza regali? –
-
Che bello che tu sia qui. –
-
Anch’io sono felice. –
-
Vieni, entra. –
-
Lui dov’è? –
-
In salotto. Dorme ancora. –
-
Posso andare da lui? –
-
E lo domandi pure? – Entriamo e gli altri ci
vengono incontro. Si salutano tutti calorosamente, poi lasciano andare me e
Biagio da Massimo e raggiungono le donne in cucina.
-
Ehi, sei sveglio? – Dice Biagio vedendo il
nostro amico con gli occhi aperti.
-
Con tutto questo frastuono, dormire è
impossibile. –
-
Beh, è pure normale. Oggi è Natale. -
-
Quanto ho dormito? –
-
Giusto il tempo per riposarti e goderti la
festa. –
-
Voglio alzarmi. – Biagio a questa richiesta di
Massimo mi guarda cercando di capire se sia opportuno. Con un cenno del capo
gli dico di sì.
-
Ok, ma vestiti. Non vorrai stare in mutande per
tutta la sera. –
-
Di certo a te non spiacerebbe rifatti gli occhi
con tutto questo ben di Dio. –
-
Certo come no. Vieni, fatti aiutare. –
Massimo è pieno di energie. Sembra quello di sempre e in
effetti lo è. Sono felice, ma so anche che questi sono gli ultimi momenti con
lui e la contentezza si affievolisce un po’.
-
Fabrizio. –
-
Dimmi! Massimo Cosa c’è? –
-
Sii felice. Godiamoci il cenone. Non pensiamo ad
altro. –
-
Ma infatti io voglio godermi questa festa…
pensavo solo che hai delle mutande orribili. Dove le hai comprate? –
-
Chiedilo all'amico accanto a te. –
-
Cosa? Io le trovo bellissime. – Dice Biagio
ridendo.
-
Allora, siete ancora qui? C’è un tavolo da
apparecchiare. Forza, tra poco si cena. – Dice Daniel entrando.
-
Arriviamo. –
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