Un nuovo mondo - A casa per le vacanze 3^ puntata
Rubrica: Francesco Sansone
Grafica: Giovanni Trapani
Leggi la 2^ puntata
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Di fronte alla porta, il telefono di Daniel inizia a
suonare.
- Pronto?
Cosa? Arriviamo subito. –
- Chi era? Cosa è successo. –
-Te lo spiego in auto. Dobbiamo correre. –
- Si tratta di Massimo? –
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3^ Puntata
Dico ai miei genitori che c’è un’emergenza e che all’albero avremmo
lavorato al mio ritorno ed esco da casa. Daniel chiama lo studio per disdire il
suo appuntamento e poi telefona a Manu.
-
Amore, corri all’ospedale. –
-
Cosa succede? –
-
Massimo… -
-
Ok, ci vediamo lì. Dimmi solo se c’è bisogno di
avvertire anche Simone e Ale. –
-
Sarebbe meglio. –
-
Ok. A dopo. –
Intanto io telefono ad Andrea.
-
Sei arrivato? Immagino starete festeggiando. –
-
Andrea, stiamo correndo all’ospedale. –
-
Si tratta di Massimo? –
-
Sì! –
-
Vedo di organizzarmi e prendo il primo aereo che
trovo. Di’ a quel coglione di aspettarmi. Devi dirglielo, ok? – E mentre lo
diceva sentivo la sua voce rotta dal dolore.
-
Lo farò, ma tu fai presto. –
-
Starò lì in serata. –
-
Fai presto. –
-
Te lo prometto. –
Gli ospedali non mi sono mai piaciuti. Nella mia storia non
hanno mai avuto un ruolo positivo. Sono sempre stati sinonimo di morte, sofferenza
e tristezza. Arrivati, ad attendere me e Daniel c’è un giovane dottore. Il mio
amico lo saluta con familiarità, devono aver fatto conoscenza quando Daniel accompagnava Massimo alle sedute di chemio.
-
Cosa è successo? – Chiede Daniel al medico.
-
Lo hanno portato qua di corsa. Ha avuto una
crisi respiratoria. Non manca molto. –
-
No. – Ѐ l’unica parola che esce dalla bocca del
mio amico.
-
Possiamo vederlo? – Domando preoccupato.
-
Sì, adesso sta un po’ meglio, ma è attaccato a
un respiratore. Ha difficoltà a respirare da solo. –
-
Possiamo portarlo a casa? –
-
Cosa? –
-
Non voglio che muoia qua. Ha detto che manca
poco prima che si spenga, giusto? –
-
Sì! –
-
Bene, allora voglio che chiuda gli occhi in un
posto meno freddo di questo maledetto ospedale. Ѐ possibile? –
-
Volendo… sì, se volete potete farlo. Ma devono
essere i genitori a dover decidere. –
-
Non credo abbiano nulla in contrario. Li ha
visti? –
-
Sì, sono in camera con lui. –
-
Vado da loro. Lei prepari tutto per farlo
trasportare in questa casa. – Prendo un
pezzo di carta dalla mia agenda e gli scrivo l’indirizzo dei miei genitori.
Glielo do e raggiungo la camera di Massimo. Nel tragitto chiamo i miei e dico
loro quanto sta accadendo. Li avverto anche sul preparare il salotto per ospitarlo
lì. Mio padre mi assicura che al nostro arrivo sarà tutto pronto. - Salve. – Saluto
entrando in camera. La madre di Massimo si alza e mi viene in contro per abbracciarmi.
Il mio amico dorme ancora attaccato alla mascherina dell’ossigeno. – Devo
parlarvi. Potete venire un attimo fuori con me? -
-
Certo. – Mi rispondono entrambi i genitori. Sono
spaventati e stanchi. Speravano che il figlio avesse sconfitto una volta per
tutte questo terribile male, ma purtroppo devono arrendersi all’evidenza delle
cose. Spiego loro cosa ho deciso e mi rispondono che la trovano un’ottima idea.
Ovviamente dico loro che saranno ospiti miei e dei miei genitori per tutto il
tempo. Mi sono grati. Invito il padre di Massimo ad andare a parlare con il
medico e a firmare l’autorizzazione per il trasferimento.
-
Vada a prendere un caffè, ne ha bisogno. – Dico
alla madre di Massimo – Resto io con lui. – Mi siedo accanto al mio amico e gli
afferro una mano. – Ascoltami! Ascoltami bene, vedi di non fare cazzate.
Aspetta di arrivare a casa dei miei prima di andartene. Non devi lasciarci in
questo posto freddo. Dobbiamo stare tutti assieme. Andrea mi ha ordinato di
dirti di aspettarlo e lo sai come si arrabbia se non si fa come dice lui.
Quindi cerca di non fare il coglione e aspetta, ok? Ti prego, aspetta prima
di lasciarci.”
-
Fabrizio, gli infermieri vogliono sapere se
possono iniziare a prepararlo. –
-
Certo. Daniel, di’ loro di far presto. Non c’è
tempo da perdere. –
-
Saranno veloci. Dai, adesso vieni con me dagli
altri. Sono arrivati tutti. –
-
Sì. – Mi alzo e lo raggiungo. Squilla il
telefono. Andrea. – Pronto? –
-
Come sta? –
-
Lo stiamo portando a casa dei miei. –
-
Quindi… -
-
Ci sta lasciando anche lui. Andrea, Massimo ci
sta per salutare. Io gli ho detto di aspettarti e che se non lo facesse non glielo perdoneresti. Fai presto, ti prego. Non so quanto ancora potrà resistere.
-
Sono all’aeroporto. Il mio volo parte tra
mezz’ora. Dovrei essere a casa dei tuoi fra un’ora e quindici minuti circa.
Dimmi che non sarà troppo tardi. –
-
Purtroppo questo non lo sa nessuno. –
-
Va bene. Farò l’impossibile per arrivare in tempo. –
-
Fai attenzione. –
-
Non preoccuparti. –
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