Adinolfi contro il Festival: «Perché Sanremo deve diventare una bandiera dell'ideologia gender?»
A cura di Francesco Sansone
Grafica di Giovanni Trapani
Grafica di Giovanni Trapani
Diciamoci la verità, dopo la conferenza stampa di Sanremo 2017 dove sono stati resi noti i
nomi di Ricky Martin, Tiziano Ferro e Mika fra i super ospiti che si alterneranno sul palco dell’Ariston, ci aspettavano le polemiche di Mario Adinolfi e ovviamente lui non ha disatteso
le nostre aspettative.
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Dai microfoni di Radio
Cusano Campus il leader del Popolo
della Famiglia ha avuto da ridire su questi nomi e si è scagliato contro Carlo Conti, reo di promuovere sulla tv
di Stato la pratica dell’”utero in affetto”. In particolare ha mal digerito i nomi di Ricky Martin e Tiziano Ferro perché se il primo è diventato padre attraverso la
gestazione per altri, il secondo non ha mai nascosto il desiderio di diventare
padre attraverso questa pratica.
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«L’anno
scorso c’era la parata obbligatoria col nastrino arcobaleno. Il costo di
Sanremo è di 16 milioni di euro, presi dai soldi delle famiglie italiane, per
pagare Tiziano Ferro e Ricky Martin. Io il figlio dell’utero in affitto che si
compra Tiziano Ferro non lo voglio pagare con il mio canone. Avrà un cachet che
sarà di 250/300 mila euro, esattamente il costo di un utero in affitto in
California. Il figlio a Tiziano Ferro così lo paga anche Adinolfi e tante altre
famiglie italiane. E ne avrei fatto volentieri a meno.» ha
dichiarato il giornalista prima di lanciare un appello a Conti e alla Rai in
generale.
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«Chiedo alla
Rai, a Monica Maggione e a Carlo Conti un momento di trasparenza. Perché I festiva
di Conti sono stati I festival di Conchita Wurst, di Elton John, Ricky Martin e
Tiziano Ferro? Perché Sanremo deve diventare una bandiera dell’ideologia
gender? Ormai bisogna pagare la tassa alla nuova gaystapo, è obbligatorio,
bisogna pagargli una tassa, c’è una operazione di regime e di violenza verso
chi la pensa diversamente.»
Ci sarebbero tante cose da dire ad Adinolfi ma voglio
limitarmi a una sola considerazione: se i gay sono costretti a pagare il canone
per fargli avere il rimborso spesa per le sue numerose ospitate nei salotti Rai,
non vedo perché lui non possa non accettare di pagare il canone per avere dei
cantati di fama internazionale al più importante dei nostri Festival. E poi lui
pagherà pure cento euro di canone ma i rimborsi spesa per le sue ospitate,
immagino, siano anche maggiori rispetto a quanto ha versato, e queste affermazioni,
di certo, gli assicureranno nuove incursioni.
Fonte: Libero.it
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