Calderoli attacca la legge sulle unioni gay per ribadire il suo No al referendum: «È servita a comprarsi il Sì della lobby LGBT»
A cura di Francesco Sansone
Grafica di Giovanni Trapani
Grafica di Giovanni Trapani
Sebbene ancora non tutti sappiano in cosa consiste il
contenuto del prossimo referendum cui gli italiani sono chiamati a votare Sì o No
il prossimo 4 dicembre, tutti sanno che non passa giorno che i politici non
perdono occasione per ripetere il loro punto di vista tramite le tv, i giornali
e i socials.
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Fra gli ultimi esponenti della politica scesi in campo per
dire la sua sul referendum costituzionale è stato il leghista Roberto Calderoli e per farlo a messo
di mezzo le unioni gay che, a suo dire, sono state un pretesto da parte di Renzi per spingere la comunità
omosessuale a votare a favore del Sì, e quindi del governo.
«Ecco a cosa è servita
la legge sulle unioni civili, è servita a cercare di comprarsi il sì al
referendum della lobby LGBT e di tutti gli altri gruppi che hanno fatto
pressione per questa legge sfascia – famiglia.» ha dichiarato il senatore
della Lega Nord commentando la
notizia dell’incontro “Basta un sì”,
che si terrà il prossimo 22 novembre e cui parteciperanno Vladimir Luxuria, Ivan Scalfarotto e Monica Cirinnà.
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«Ecco a cosa sono
serviti i matrimoni per gli omosessuali e la porta spalancata alle adozioni per
le coppie gay! […]» - continua Calderoli
- «Perfetto, se vogliono persino
mercificare i sentimenti delle persone e sfruttare questa legge, che ha sdoganato
i matrimoni omosessuali benissimo, facciano pure, ma sono continuo che in
Italia siano molte più le persone che vogliono difendere la famiglia
tradizionale, e che vogliono che un bambino cresca con una mamma e un papà, e
che da oggi avranno un motivo ulteriore per andare a votare No il 4 dicembre e
mandare a casa questo Governo nemico della famiglia. Perché se l’Italia della
LGBT vuole votare Sì al referendum, c’è tutta un’altra Italia, molto più
numerosa, che vuole votare No!».
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A parte che non è detto che tutta la comunità LGBT voterà
per il Sì – in giro sui socials sono in molti a dire che faranno una scelta
diversa -, ma si può ogni volta tirare in mezzo una legge - che si aspettava da
30 anni – che non ha fatto altro che garantire quei diritti a una parte di
cittadini da sempre considerati di serie b o peggio ancora non considerata per
niente. Se non si hanno validi motivi per convincere il proprio elettorato,
sarebbe meglio tacere, invece di sporcare una delle poche leggi sensate fatte
negli ultimi 30 anni.
Fonte: ilgiornale.it
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