Marco Profeta: «inutile affannarsi su cosa avremmo potuto fare, facciamo e facciamolo al meglio delle nostre possibilità.»

 


Il nuovo anno de Il mio mondo espanso si apre accogliendo nuovamente un artista di indiscussa sensibilità musicale. Dopo averci presentato qualche tempo fa il singolo "Sono il cattivo", Marco Profeta torna per parlarci di "Quello che so", il nuovo brano uscito a dicembre 2020.


«Quello che so… è che non so molto. - dice l'artista parlando del suo nuovo lavoro - Ancora non capisco appieno i meccanismi e le dinamiche di questa vita. A volte ti sorprende, la maggior parte delle volte ti delude. Ma, come dice una mia saggia Amica, è tutta una questione di aspettativa. Oggi sono consapevole che il tempo ha fretta di insegnarti che non torna, quindi dobbiamo vivere e viverci in tutti i nostri aspetti, buoni e meno buoni, con la volontà e la consapevolezza che scrivendo nuove pagine, tutto trova la sua dimensione, tutto si “aggiusta”.»


L'intervista

D. “Quello che so” è un brano intimista che si sofferma sulla dinamiche delle vita. Dinamiche non sempre facili da capire, ma a cui nessun può sottrarsi. Tu hai provato a dare un senso a ciò a cui la vita ci pone e a quale conclusione sei arrivato?

R. Credo che il senso di ciò che ci accade e, più in generale, della vita sia del tutto imperscrutabile e difficilmente comprensibile. Forse solo quando “collezioniamo” una serie di esperienze ed abbiamo l’occasione e la forza di guardarle attraverso la lente del tempo che è passato ne intravediamo il senso. Ciò che ho imparato sulla mia pelle è di non cercare il senso della nostra vita, ma darglielo, ogni minuto, ogni istante, ogni giorno.


D. Siamo tutti lì a correre dietro al tempo,  senza, però, vivere quasi mai il “qui e adesso”. Quando ci fermiamo è poi, forse, troppo tardi e il presente è diventato il passato. Col senno di poi, cosa rifaresti diversamente?

R. Tutto e niente. Spesso mi guardo allo specchio e mi chiedo se avessi cominciato a pubblicare prima le mie canzoni, forse oggi avrei avuto maggiori esperienze al mio attivo, avrei condiviso con più persone le mie emozioni… poi mi soffermo e mi rendo conto che quelle emozioni sono venute fuori in quel preciso momento storico della mia vita proprio perché supportate da altre esperienze. Ed allora torna il concetto del “qui e ora”: inutile affannarsi su cosa avremmo potuto fare, facciamo e facciamolo al meglio delle nostre possibilità.


D. Qual è il rimpianto più grande con cui fai continuamente i conti?

R. Non aver abbracciato quando potevo farlo.



D. Parlando del brano hai detto: «la vita a volte si sorprende, ma la maggior parte delle volte ti delude». Quando sei rimasto deluso e perché?

R. Fino a 30 anni sono stato perennemente deluso, perché riponevo in me grandi e forti aspettative che, puntualmente, venivano deluse.

Poi ho capito che di grande dobbiamo coltivare i sogni, ma non aspettarci nulla. Questo è il modo di poter affrontare il nostro quotidiano ed abbracciare la vita, anche nelle sue pieghe più dolorose.


D. “Quello che so” è accompagnato dal videoclip diretto da Daniele Comelli e Davide Fraraccio. Com’è nata la vostra collaborazione?

R. Vidi un lavoro realizzato da questi meravigliosi artisti nel 2017 e sentii nello stomaco che dovevo affidarmi a loro per la realizzazione di un videoclip, il primo della mia era “autoriale italiana”, di una canzone che si intitola “e poi arrivò dicembre”, alla quale sono particolarmente legato.

L’istinto non mi ha fatto sbagliare. Lavorammo al video, alla sua scrittura ed alla sua realizzazione come se ci conoscessimo da sempre. Da allora non realizzo un videoclip se non ci sono loro… in arte ORE25.



D. Il 2020 è terminato da qualche giorno e in un modo o nell’altro ha segnato ciascuno di noi. Senza voler fare della retorica, è stato un anno difficile, pesante e odioso. Cosa ti ha lasciato questo 2020 che inevitabilmente non potrai più dimenticare?

R. Non amo le scansioni temporali. Mi fanno sentire un numero. Inevitabilmente però  i conti a fine anno li facciamo. Per me è stato un anno particolare, pieno di risorse che mai avrei creduto sia sotto il profilo lavorativo (parlo dell’avventura a TV8- Sky) e personale (ho riscoperto in me una forza ed una saggezza che usualmente non ho).

Ciò che non dimenticherò di negativo in questo anno appena trascorso è il dolore delle persone, il dolore della separazione dagli affetti, tutto ciò che la pandemia ha portato in ognuno di noi.

Non voglio sembrarti un sognatore scriteriato, ma credo sia importante fare tesoro di queste brutture che inevitabilmente tutti abbiamo vissuto e usarle come “concime” per la nostra felicità. La meritiamo.


D. Per concludere, se potessi esprimere un desiderio per questo 2021, quale sarebbe?

R. Di essere sempre intervistato da te, che sei un gran bravo professionista, ma soprattutto una persona eccellente.

D. Troppo buono, così mi imbarazzo, però.


Il videoclip di "Quello che so"