Alexander Skarsgárd: "Girare scene gay è stato fantastico."

A cura di Francesco Sansone
Grafica di Giovanni Trapani
Uscirà il 14 luglio arriverà nella sale italiane l’ultimo film ispirato a Tazan, dal titolo ‘Legend of Tazan’, e a dare volto all’uomo della giungla sarà, per la prima volta, Alexander Skarsgárd, noto da noi soprattutto per il ruolo di Eric Northman in ‘True Blood’.
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Uomini e donne - Ecco come si svolgerà il trono gay

A cura di Francesco Sansone
Grafica di Giovanni Trapani

Continua a far parlare di sé la decisione di Maria De Filippi di inserire un trono gay nella prossima edizione di 'Uomini e Donne'. Dopo avervi parlato delle candidature, vere o presunte, dei vari personaggi del mondo dello spettacolo, oggi vi diamo conto su come saranno strutturate le puntate dedicate alle persone omosessuali in cerca della loro anima gemella.
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Secondo quanto riportato dal sito Anticipazioni Tv’, la formula scelta per il trono gay sarà la stessa usata per il tono over. 

Quindi niente tronisti al centro dello studio accerchiati da corteggiatori, ma due file di sedie disposte l'una di fronte all'altra, che permetteranno ai partecipanti di conoscersi e frequentarsi anche al di fuori della trasmissione, per, poi, raccontare i progressi di fronte alla padrona di casa di puntata in puntata.

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Al momento si parla di trasmettere il trono gay soltanto una volta a settimana, le altre quattro saranno divise equamente fra torno over e trono classico, ma non è detto che possa esserci qualche cambiamento in base agli ascolti. Se questa formula dovesse fare boom di ascolti, infatti, non stupirebbe se la De Filippi decidesse di concederle più giorni a settimana. Non resta che aspettare per vedere come andrà.
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Charamsa racconta la sua storia in un libro: “Biografia di una Chiesa, che domina le persone, le sottomette, inculca loro il senso di colpa e promette la salvezza.”

A cura di Francesco Sansone
Grafica di Giovanni Trapani
Tutti voi ricorderete Krzysztof Chrarsma, l’ex monsignore che dichiarò pubblicamente la sua omosessualità dichiarando di vivere una storia con un altro uomo. La notizia fece il girò del mondo. Giornali, tv, radio e blog ci sguazzarono per settimane dicendo di tutto di più, e bisogna dire che nemmeno l’ex uomo di chiesa si tirò indietro nel concedere fantomatiche esclusive ai media.
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Oggi si torna a parlare di lui perché giovedì, per Rizzoli edizioni, uscirà ‘La prima pietra’, il libro biografia che aveva promesso di scrivere all’indomani dello scandalo: «Una biografia che sarà forse accusata di essere incentrata soltanto sull’esperienza della sessualità.»  racconta lo stesso Charamsa.
Ci saranno passaggi legati alla sua storia d’amore con Eduard Planas e anche sul suo rapporto con la chiesa sia prima che dopo coming out.

Del primo dice:
«Lui sapeva tutto quello che possono sapere gli amanti di una notte. Però io non volevo più nascondermi. Ma perché desideravo svelarmi? Non volevo perderlo, mi ero innamorato. E quella notte avevo visto Dio che mi amava , mi abbracciava, mi accettava.»

Sulla chiesa, invece prima parla di un episodio che lo vide coinvolto con un prete italiano che si era innamorato di lui. All’epoca lo inizialmente lo respinse, ma fu proprio grazie a lui che Charamsa si è guardato dentro, trovando se stesso, vivendo quella che lui stesso definisce come la sua prima relazione omosessuale:
«Un prete italiano si era innamorato di me e fece il suo coming out. Questo uomo mi ha aperto a me stesso, ha innescato il processo della mia uscita dalla gabbia imposta dalla Chiesa, è stata la scintilla di cui avevo bisogno.»
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Si sofferma, poi, sul trattamento che gli è stato riservato dalla Chiesa e di come si sia sentito tradito dall’organizzazione ha cui ha dato tutto se stesso:
«Questo libro è anche “la” biografia di una Chiesa, che domina le persone, le sottomette, inculca loro il senso di colpa e promette la salvezza. “Se pubblicamente rinuncerai alla tua sessualità, ti salverai”. Da cosa vorrebbe salvarmi? Dalla felicità di vivere, dalla serenità, dall'accettazione di me stesso, dalla tolleranza, dagli artisti gay, dai baci di Michelangelo?»

Inoltre parla di come si sia pentito di non aver denunciato un caso di abuso da parte di un prete verso un suo parente al tempo dei fatti minorenne e dell’odio che dall’interno del Sant’uffizio diffuso nei confronti del papa e invita i bravi preti a lasciare la chiesa, ormai,  «istituzione che si permette continuamente di offenderli.»

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'Summer Beach' - Amore gay fra nudismo e sesso nel nuovo romanzo di Francesco Sansone

A cura di Francesco Sansone
Grafica di Giovanni Trapani

“Dopo quasi un anno trascorso a soffrire per la fine della sua storia d’amore, Mattia risponde a un annuncio di lavoro stagionale presso il lido balneare Summer Beach. Quando Simone, il proprietario, gli dice che il posto da cameriere è suo il ragazzo lascia Palermo e si trasferisce a Balestrate, ma ben presto si rende conto che il Summer Beach non è uno stabilimento come gli altri.
Qui fa amicizia con Davide e Lud, con cui condivide l’alloggio, e incontra Roberto che rimane folgorato dalla sua bellezza, ma che a causa del suo passato oscuro, non riesce a vivere serenamente ciò che sente per Mattia.
Intanto la crisi economica che ha colpito l’intero Paese ha delle ripercussioni sugli affari del Summer Beach che rischia di chiudere.
Riuscirà Mattia a dimenticare il suo passato, a dissipare i timori di Roberto e aiutare il lido a non fallire?”
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Cover Art and Desing: Giovanni Trapani
Questa è la trama di ‘Summer Beach’ (Amazon, 3,50 Euro), il nuovo romanzo di chi vi sta scrivendo.
Una storia fresca senza pretese, se non quella di tenere compagnia al lettore nelle sue giornate in spiaggia fra un bagno e l'altro. 
Un romanzo di puro intrattenimento, che non rinuncia a mostrare alcuni degli aspetti che fanno parte della realtà omosessuale, ma anche l'aspetto più spensierato, troppe volte non considerato.
La ricerca dell’amore, la paura di soffrire e la voglia di estate, nella declinazione che più vi piace, sono gli elementi di 'Summer Beach'.
Nato come racconto a puntate pubblicato proprio su questo blog, il romanzo si presenta in una nuova veste riveduta e ampliata, con nuovi personaggi e nuove sotto trame inedite. 
Come i lavori precedenti, anche la cover di 'Summer Beach' è stata realizzata da Giovanni Trapani.
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Mostra fotografica gay in omaggio alle vittime di Orlando bruciata a Oristano. Ancora becera omofobia in risposta all'amore

A cura di Francesco Sansone
Grafica di Giovanni Trapani
Dopo avervi parlato della mostra fotografica dell’artista Egle Picozzi smantellata a Oristano la notte fra il 24 e il 25 giugno, oggi dobbiamo darvi conto di un altro attacco avvenuto la notte fra sabato e domenica a Palmas Arborea, in provincia di Oristano, nei confronti dell’esposizione del fotografo Gianluca Vassallo, dal titolo ‘Shoot me’.
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Il progetto, che consisteva nell’esposizioni di 49 immagini immortalanti altrettanti baci fra persone gay, più che una è provocazione era un messaggio di solidarietà nei confronti delle vittime rimase uccise a Orlando nei locali della discoteca presa d’assalto da Omar Mateen.
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"È un atto violentissimo. Bruciare in strada quelle fotografie di baci omosessuali è un atto simbolico di pochi che non intacca, però, il coraggio di una piccola comunità (quella di Palmas Alborea, ndb) che si è esposta con grande coraggio per i diritti civili". Ha dichiarato l’artista di fronte alle sue foto riversate sul suolo.

La mostra fotografica stava facendo il giro d’Italia, partito due settimane da Roma per poi arrivare a Firenze, Milano, Torino e Cagliari, riscontrando un ottimo discreto di pubblica e critica. Purtroppo questo non l’ha salvata dall’odio di gente chiusa che al messaggio d’amore ha risposto con l’odio più becero e vigliacco.



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Il papa dice che la chiesa deve chiedere scusa ai gay, ma, di fatto, non lo fa e continua a definire l’omosessualità un problema.

A cura di Francesco Sansone
Grafica di Giovanni Trapani
Durante il volo di ritorno a Città del Vaticano dalla visita in Armenia, come di consueto papa Francesco si è soffermato a rispondere alle domande dei giornalisti in viaggio con lui.
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“Credo che la chiesa non solo deve chiedere scusa ai gay, ma deve chiedere persone anche ai poveri, alle donne stuprate, ai bambini sfruttati nel lavoro, deve chiedere scusa di aver benedetto tante armi.” Risponde così il pontefice a chi gli chiede se condivideva il pensiero del cardinale Reinhard Marx espresso a Dublino,  invitando la chiesa a scusarsi con la comunità LGBT.
“L’ho detto nel mio primo viaggio e lo ripeto,” – continua – “anzi, ripeto che il Catechismo della chiesa cattolica: i gay non vanno discriminati, devono essere rispettati, accompagnati pastoralmente. Si può condannare qualche manifestazione offensiva per gli altri. Ma il problema è che con una persona di quella condizione, che ha buona volontà, che cerca Dio, chi siamo noi per giudicare?”

Ovviamente queste parole hanno fatto sì che in molti gridassero all'ennesima apertura di Francesco alla comunità gay, ma è davvero così? 
Se analizziamo bene non solo non si scusa, ma nemmeno sembra aperto ad accettare il modo di vita delle persone LGBT. Quel legittimare la condanna “di qualche manifestazione offensiva per gli altri” è la chiave di tutto il suo discorso: solo se un gay è in cerca di Dio, e quindi di una redenzione, può trovare accoglienza nella chiesa. 

Tuttavia c’è anche un altro aspetto del suo discorso che merita l’attenzione. Il papa, infatti conclude la sua risposta dicendo:

“Dobbiamo accompagnare bene è quello che dice il catechismo. Poi, in alcuni Paesi e tradizioni, ci sono altre mentalità, qualcuno che ha una visione diversa su questo problema.”
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Tralasciando l’aver definito l’omosessualità un problema, vorrei soffermarmi su come, non solo non condanna chi negli altri Paesi perseguita i gay, ma in qualche modo lascia intendere che quelle tradizioni non possono essere giudicate né criticate.

Quella di ieri, se dobbiamo chiamarla in qualche modo, è stata l’ennesima mossa di un ottima campagna pubblicitaria, volta a ravvicinare chi si è allontanato da una chiesa sempre più esclusivista e discriminatoria, che ha lanciato fumo sugli occhi e niente più.
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Il discorso di Tiziano Ferro per il Latina Gay Pride [VIDEO]

A cura di Francesco Sansone
Grafica di Giovanni Trapani
Come vi abbiamo annunciato il testimonial del Latina Pride è stato Tiziano Ferro che, nonostante gli impegni non gli permettessero di essere presente nella sua città natale, ha voluto partecipare al corteo attraverso un video messaggio.
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Ecco il testo del discorso di Tiziano Ferro, pubblicato sucessivamente sul suo account Facebook:
"L’amore chiama amore. Nelle mie canzoni l’ho sempre scritto, eppure non me ne rendevo veramente conto. È come se, per anni, avessi chiesto a tutti di amare e di amarsi incondizionatamente. Come fosse una missione, come se sperassi che ci riuscissero almeno gli altri, non riuscendoci io. E dietro ogni canzone c’era un piccolo avvertimento: l’amore per non finire male, per non finire soli, per non finire... come me.
Quale Dio mi ha concesso il miracolo di non vedermi più come il mio peggior nemico? Credo sia stato il mio Dio, quello che ho pregato con fede per anni, nonostante il timore che il primo a non accettarmi per quello che sono fosse Lui. Il Dio che non ho mai smesso di interrogare, sforzandomi di credere che – qualsiasi cosa dicano gli altri – Lui ama tutti, sempre e comunque, vittoriosi o sconfitti, felici o disperati.

Oggi vorrei dire a chi sta male di non aver paura, oggi vorrei prendere tutto il dolore che mi sono portato dentro e raccontarlo a chi è soltanto all’inizio di questo cammino e sta soffrendo.
Gli spiegherei che ci vogliono tempo e pazienza... e poi ancora tempo e ancora pazienza. Perché non siamo tutti uguali, ed è bene così, e ognuno va avanti a modo suo, con i suoi tempi e i suoi modi.
È vero, imparare ad amarsi è difficile... 
E auguro a tutti di riuscirci. 
Perché il mondo ha bisogno di fede. 
Il mondo ha bisogno di amore.
E l’amore è di tutti.

Tiziano"
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Gay Pride Londra: Due poliziotti fanno la proposta di matrimonio ai loro rispettivi compagni [VIDEO]

A cura di Francesco Sansone
Grafica di Giovanni Trapani
Durante il Gay Pride che si è svolto ieri a Londra, i partecipanti hanno potuto assistere a due fuori programma che hanno reso la giornata ancora più significativa. Due agenti della polizia hanno, infatti, proposto ai relativi compagni di sposarli.

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Un ufficiale della polizia, presente con alla parata, arrivato di fronte al suo compagno, Jonathan Sammons, in piedi dietro a una transenna, si è separato dai colleghi e mettendosi in ginocchio gli ha chiesto se voleva sposarlo ricevendo un sì commosso:
“Sono senza parole. È stupefacente, non ci posso credere che l’abbia fatto.” Ha dichiarato Sammons a ITV News, mentre il poliziotto ha ammesso che pensava di chiedere la sua mano da tempo, anche se non in questa maniera.
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Durante la parta di ieri, però, anche un altro agente ha rotto le fila e inginocchiandosi ha chiesto al suo compagno, e collega, di diventare suo marito.


Fonte: Pinknews
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Gay Pride 2016: Ecco i dati e le immagini delle parate di ieri

A cura di Francesco Sansone
Grafica di Giovanni Trapani
L’onda Pride ieri ha toccato le città di Cagliari, Caserta, Milano, Bologna, Perugia e Latina, e oggi, a poche ore dalla conclusione delle parate per rivendicare i diritti LGBT, facciamo un bilancio di quanto è successo.
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Cagliari:
Foto di Francesco Mastinu
Il gay pride che ha sfilato per le strade del capoluogo sardo, che ha visto fra i suoi partecipanti i sindaci di Cagliari e Assemini, Massimo Zedda e Mario Puddu, è stato contraddistinto dallo slogan “contro omofobi e omofobe, noi siamo qui e continueremo a ballare”
In migliaia sono stati i partecipanti, fra questi lo scrittore Francesco Mastinu, che poche ore prima del corteo partito dal Teatro Lirico, ha scritto sulla sua pagina Facebook: Un buon Pride a tutti. A chi ci sarà perché ci crede, a chi non potrà esserci. E sì, anche a chi ancora oggi non andrà perché si vergogna di essere. Sfileremo anche per tutti quanti loro.

Caserta:
Anche la città campana è scesa in piazza per rivendicare i diritti LGBT. Sono stati oltre 2.000 i partecipanti arrivati da tutta la regione. “Questo corteo non serve solo a dare voce ai problemi del mondo gay, ma anche a quelli della città e di tante minoranze, come gli immigrati”, ha dichiarato Marco Pignetti, del diretto Rain.
Nonostante l’invio di una lettera delle associazioni cattoliche alla questura per chiedere l’annullamento del corte, il clima di festa non è stato intaccato e Caserta ha potuto dimostrare la sua voglia di libertà e uguaglianza.

Bologna:
Foto di Francesco De Saba
Un pride organizzato da 17 associazioni LGBT con l’appoggio del PD, dei Giovani Democratici e di Sinistra Italiana che ha portato nel cuore di Bologna un fiume di persone, 25.000, fra cui il neo rieletto sindaco Virginio Merola e Franco Grillini.
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Milano:
C’erano anche Giuliano Pisapia e Giuliano Sala fra i 200.000 partecipanti al gay pride di Milano. “Proseguirò nel solco della giunta precedente e su questo tema bisogna partire dalle scuole. Il nostro compito è quello di continuare questo percorso che ci ha portato a una legge che potrà non piacere in toto ma è un passo avanti. Il mio non è un saluto ma un arrivederci. Felicità è essere al momento giusto nel posto giusto con le persone giuste. Io sono felice, e voi?" Ha dichiarato il neosindaco.

Latina:
“Dobbiamo lanciare da Latina un grido di liberazione per le persone LGBTI perché non siano più invisibili alle istituzioni, nelle scuole, e nel modo del lavoro e nella società.” Questo è stato il grido lanciato dal gay pride svolto a Latina, che aveva come testimonial Tiziano Ferro, in cui erano presenti 2.000 persone che ci hanno messo la faccia per i loro diritti. Nonostante lo spiacevole episodio avvenuto per mano di Forza Nuova, che ha lanciato dei fumogeni su un pullman proveniente da Roma, il corteo ha dimostrato che Latina non è più la città fascista per antonomasia
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