Quando l'orgoglio gay fa discutere...
Partiamo da questo video per tirare alcune conclusioni su quello che è un pride. Ogni anno la comunità LGBTQ si divide in due parti e da un lato ci sono quelli che pensano che sia giusto farlo e dall'altro quelli che lo reputano una carnevallata. Io ho spesso dedicato spazio all'argomento e torno a farlo oggi proprio perché mi sono ritrovato a leggere le obiezioni che un ragazzo, Manu, ha avuto sul come e il perché la gente partecipa alle parate arcobaleno. In un commento che mi ha lasciato sul Facebook dice:
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[...] Non so che dire, da un lato è
giusto esprimersi come si vuole... però non credo che negli altri 364
giorni dell' anno si vada in giro vestiti da fatina, o da angioletto in
mutande. [...] Credo che si rinforzi il solito stereotipo che ci danneggia. Inoltre penso anche che molte persone vadano al pride soltanto per fare casino, ballare e bere. Se questo lo penso io da omosessuale non oso immaginare cosa pensano gli omofobi. Se hai da obiettare fai pure, sono 3 anni che cerco un altro modo di
vedere la situazione, ma fino ad ora ho incontrato solo persone che la
pensano come me. (era appena stato al pride di Palermo dello scorso sabato n.d.r.)
Ancor prima che potessi rispondergli, Manu ha ricevuto la risposta di un altro utente:
Manu, il Pride non è una manifestazione di diritti, ma una
manifestazione di visibilità. (l'utente continua dicendo come nasce il pride, ossia mediante la rivolta che è avvenuta in una sera a New York da parte di un gruppo di Transessuali stanche dei sopprusi della polizia).
Leggendo il commento di Manu, io non ho notato un tono contro il pride, ma più che altro un volere discutere su un pensiero che è comune a molti di noi, omosessuali ed eterosessuali. Tuttavia credo anche che ognuno debba sentirsi libero di partecipare a quella che è di fatto una parata, manifestazione, protesta o come la volete chiamare, sentendosi libero di essere ciò che è:
Manu, la
penso esattamente come l'altro utente... poi credo che ognuno abbia il
diritto di viverlo come meglio crede... e se iniziamo a criticare la
libertà di espressione noi stessi, non possiamo pretendere che non lo
facciano gli altri... ci si lamenta sempre che alcuni cortei sono
violenti e una volta che c'è una manifestazione così variopinta la
critichiamo ugualmente... se iniziassimo a vedere oltre l'evidenza delle
cose (lustrini, boa, trucchi et ecc), scopriremo tutto quello che è il
gay pride.
Palermo Pride 2010 |
Ossia un giorno in cui una minoranza si sente libera di potersi esprime senza paura di ricevere insulti o altro. Per alcuni non sarà il modo giusto mentre per altri sarà una cosa in più per ottenere quello che si vuole, sta di fatto che finché farà parlare, credo che abbia una validità. E poco importa se i media riprendono solo chi è vestito vistosamente, perché diciamolo chiaramente a un pride non partecipano solo gay, lesbiche e transessuali, ma partecipano anche genitori, ragazzi e ragazze eterosessuali, per non parlare di tutte quelle persone che guardano dai lati delle strade il corteo passare rendondosi conto che quelle della tv sono solo immagini per fare spettacolo. Quello dei politi di definire continuamente il pride una carnevallata, è, a mio avviso, solo un pretesto, una scusa, un modo pulito (o sporco a secondo dei punti di vista) per non predersi le proprie responsabilità nei confronti della società (e una recente lettera di sostegno, poi rinnegata è la dimostrazione di quanto poco importa il bene della società a coloro che invece dovrebbero operarsi per applicarlo).
Ripeto non sarà il modo giusto, ma date come vanno le cose, non penso sia la peggiore delle cose da fare per ottenere il rispetto di chi dovrebbe garantircelo e soprattutto credo che un pride meriti il rispetto di tutti, in primis dei gay, soprattutto quelli che preferiscono guardare e criticare, piuttosto che mettere la faccia in questioni che li riguardano personalmente.
Le riflessioni di Manu sono legittime, ma sono legittime anche quelle di coloro che scelgono di andare a un pride vestiti con piume di struzzo o seminudi, di coloro che decidono di andarci con l'idea che sia un festone dove saltare, ballare e cantare per strada. Sono meno legittime, invece, le considerazioni di coloro che dicono che i pride sono un'inutile carnevalata senza esserci mai stati e senza conoscerne la storia. Se oggi possiamo dire di essere orgogliosi, è perché 40 anni fa un gruppo di omosessuali e transessuali ha avuto il coraggio di dire: Io sono fiero di essere gay, permettendoci di poter discure sulla questione.
Rubrica: Francesco Sansone
Grafica: Giovanni Trapani
Autore: Francesco Sansone
Prefazione: Paolo Vanacore
Copertina di e con Giovanni Trapani
Casa Editrice: Tempesta editore
Prezzo: 15,00 Euro
molto bello.
RispondiEliminagrazie
Eliminaio la vedo un po' come Manu... non trovo che sia INUTILE, ma penso che sia una carnevalata per certi versi. Se non fosse che chi si mostra mezzo nudo, con i lustrini o in lattex lo fa solo per il proprio personale esibizionismo, ti darei ragione, ma purtroppo credo sia così. Io non dico " dovete vestirvi tutti seri in giacca e cravatta", ma dico solo di non cadere dal pero se poi viene considerata appunto una carnevalata..."E poco importa se i media riprendono solo chi è vestito vistosamente" invece importa, perchè la maggior parte della popolazione non può trovarsi a Palermo o a Bologna o a Napoli e vedere che accanto alla gente mascherata e travestita ci sono anche persone nella loro quotidianità, quindi si crea una idea sbagliata...
RispondiEliminaIl discorso che fai è giusto, tu dici ci vuol buon gusto, ma quello in tutto quello che si fa. Però voglio chiederti: Se si constringesse questa gente glitterata a vestire in modo diverso, non si limiterebbe la loro libertà personale?
EliminaPer quanto riguarda la questione media: Tu pensi davvero che anche se le immagini fossero diverse, le persone chiuse mentalmente cambierebbero opinione? Io la penso come te sul potere della tv sulla gente, ma credo anche molto nella capacità della gnete di rifiutare ciò che è "diverso". Basta guardare programmi di un certo tipo che affrontano la questione (perché fa ascolto, diciamolo) e la reazione del pubblico in studio che, pur vedendo gay "normali" parlare,appena ascoltano il primo pinco pallino dire una cavolata contro, si sbucciano le mani per applaudire forte, per capire che non tutti sanno/vogliono apprendere dalla tv. Quindi mi chiedo: è davvero neccessario colpevolizzare coloro che si sentono di andare al pride nella maniera che più li rappresenta, seppur discutibile per molti, per trovare dei responsabili all'incapacità della gente comune di accettare le alterità?
la questione è che se io organizzo un pride con un carro e sopra ci metto un tizio in mutande per attirare è una cosa, se io invece drag vado li travestito, oppure mi tolgo la maglia è un altro conto, non so se mi spiego...
Eliminanon parlo di cambiare opinione, perchè far cambiare opinione alla gente è davvero difficile. certo è che se le immagini fossero varie, si darebbe un quadro completo alla questione Gay Pride, agli occhi dei più, che magari sono " imparziali" alla questione omosessualità, ma che se si vedono certe cose in tv si fanno un'idea deviata...
Ma mi sembra che i carri non siano solo una prerogativa dei pride... magari non saranno riempiti di lustrini,. ma anche in tanti altri cortei ci sono carri...
Eliminapenso anche che se, anche noi, ci fermiamo al concetto del carro, poco si può fare... tutte le manifestazioni, dal family fay al se non ora quando, vengono fatte per attirare l'attenzione e pertanto credo che ci stia da parte di chi organizza volere l'occhio su di se
Per quanto rigrada l'ultimo punto, penso di averlo detto già prima.. uno può essere vestito anche da buon samaritano, ma se uno è chiuso mentalmente non può fare nulla per far cambiare opinione e per quelli impaziali credo che, per loro, ci vogliiano argomentazioni e non modi di vestire differenti per convincerli. Pertanto non possiamo dare la colpa a coloro che sono eccentrici, perché nella vita di tutti i giorni lo siamo tutti più o meno, gay e etero indistintamente.
Come al solito noi (italiani) non impariamo mai dagli altri, di questa contrapposizione se ne discusso molti anni fa in America nelle prime manifestazioni dopo la rivolta dello Stonewall, e come l'anno risoltà? Come sfilano oggi in America dove hanno più diritti di noi, tutti in giacca e cravatta? Non direi proprio, ognuno come vuole, sancendo la verità che al Pride nessuno rappresenta nessuno, che ognuno ha diritto di esprimere il proprio modo di essere e che nessun altro viene danneggiato da questo, che il Pride è anche una festa e che è una manifestazione per dire come nella canzone di Gloria Gainor "nonostante tutto ci siamo anche noi e sopravviviamo".
RispondiEliminaI diritti civili vengono dati dai cambiamenti della società e dalla politica e dal fare politica in maniera serie e non condizionata dai poteri, cosa che in italia ancora non ci siamo arrivati.
Più che a pensare a piume e lustrini dovremmo chiederci in che modo le associazioni gay fanno politica per la comunità?
Loran è proprio questo il punto, hai centrato il segno. Troppo spesso si vuole trovare un caprioespiatore per non dire le cose come stanno: l'incapacità dei politici o delle associazioni di fare una politica atta al riconoscimento dei diritti...
EliminaNon si può attribuire alle piume di struzzo la colpa della situazione italiana, bensì a chi promette, ma non mantiere...
L'altra sera guardavo "In onda" e si parlava proprio di diritti gay e quando uno degli ospiti, un padre gay, ha elencato le conseguenze che la mancanza di diritti comporta, la Meloni, ex ministro della gioventù del governo di centro destra, ha detto: su questo si deve fare qualcosa perché è assurdo. Al che io mi sono chiesto: ma è possibile mai che ogni volta che ascoltano le nostre spiegazioni rispondono "su questo si deve fare qualcosa" e poi puntulamente non fanno niente? Pertanto scagliamoci contro chi non fa nulla (per le cose serie per dirla chiaramente) e non per le stupidaggini.
Sui politici che dicono che il pride sia una carnevalata non mi esprimo... Dico soltanto che questi puritani, bigotti ne fanno di cotte e di crude... Infatti ne siamo a conoscenza per vari motivi, intercettazioni, inchieste ecc.
RispondiEliminaComunque il pride è importante, forse viene rappresentato male dai mass media.
Ognuno ha il diritto di conciarsi come vuole, questo non vuol dire che un travestito dica o creda in fesserie... L'abito non fa il monaco!
Però bisogna rafforzare l'immagine del gay normale, che in Italia pare essere una rarità, una minoranza tra i gay. In realtà, se mi posso permettere, sono più rari quelli che con le paillette o i lustrini... Questi ultimi sono gli unici che vengono ripresi o fotografati durante le manifestazioni... Ciò deve far riflettere!
Ti saluto Francesco ^_^
Amleto hai perfettamente ragione in tutto... Sul fatto che bisognerebbe rafforzare l'immagine del gay normale,non dipende dal gay x, ma di coloro che si occupano d'informazione i quali, però, seguendo leggi di mercato, vedono che una notizia con persone truccate o seminude attirano di più di un servizio con altri tipi di immagini,e pertanto mostrano quello che gli porta più benefici... e lo si vede anche sul web; se scrivi un articolo con immagini sobrie non arriverà ai livelli di visite di quegli articoli che mostrano nudi e pertanto bisognerebbe lottare per eliminare quel morboso Voyeurismo che è intrinseco nelle persone a causa dei tabù che ancora ci sono nella società.
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